Un matto vicino al confine, un vecchio rifugiato sentimentale. Io sono colui che aspetta la fine. Granello in un oceano di sale. trigpim

venerdì 3 febbraio 2012

UnaStoria - Istinto di creare

Il tag UnaStoria è interamente dedicato ad un racconto che io Emanuela A. stiamo creando a due mani di notte in notte. Buona lettura!

Pioveva sui suoi capelli
"Poeta smettila di disegnare pioggia su di me"
"Okay okay"
Dispettoso. lo era un pò. Giocherellava con il suo potere molto spesso.
"Però devo dire che... non è affatto male questo posto"
“Già... ma speriamo che qui non vengano... ehm... mi sai dire cosa è successo tempo fa?"

Lo diceva scrutando la natura...si preoccupava sempre: a volte gli veniva male il verde.
“Tempo fa quando...? Cioè...noi dobbiamo parlare un attimo di una cosa...” si mise seduto di fronte a lei
proprio quando la ragazza decise di allontanarsi.
Davanti allo specchio.
"Gli specchi ti vengono proprio male, anzi non ti vengono affatto" disse davanti ad una superficie totalmente bianca, color carta.
"Non credo che sia colpa mia, sai? Gli specchi non possono riflettere le mie realtà" sposta la testa “ah si...non riesco ancora a far riflettere le cose...”

Fiore: " ma tu sei unico, dubiti di questo?"
Per essersi truccata senza specchio, non era affatto male. Non si asciugò i capelli ... c'era caldo secco anche se era notte. Erano in un appartamento sospeso tra alberi, una capanna moderna.

Abbassò gli occhi. La sera era scesa lemme lemme, se ne accorse e di zigomi si fece vedere dal Fiore
“Perchè ridi?” Poeta aveva aggiunto anche qualche elettrodomestico. sapeva che era di cattivo gusto, ma non riusciva a farne a meno.
“La notte...io la adoro...adoro il crepuscolo e il suo odore...”
"Riesci sempre a sorprendermi Poeta..."
Fiore si sporse un pò ... per vedere cosa c'era oltre ...

Si sdraiò sul tappeto peloso accanto al camino (cosa rischiosa, ma nel suo mondo i tappeti pelosi erano ignifughi) "Fiore...ascolta ma...cosa intendevi quando mi hai chiesto cosa fosse successo prima?"

"Sei sempre stato così ... un pò visionario, un pò eclettico, un pò rivolto anche alle cose in apparenza banali"
pensò al crepuscolo. Lo cercò.

Solo dopo che Poeta disse la parola crepuscolo, in effetti vide una linea di confine tra il cielo arancio sangue e quello Blu-nero. Aveva un pò di sonno ...
no.
non è vero.
la verità è che non le andava di rispondere.
stava così bene, fino a quel momento aveva sostenuto l'oblio e l'illusione ...
era arrivato il momento di spezzarli?
aveva altre scelte?
Vide Poeta giocare con i singoli filamenti del tappeto.
sembrava stanco ma...lei sapeva che negli altri mondi lui non dormiva con così tanta facilità: il mondo lo teneva sveglio o... lui viveva in un sogno, e aveva la capacità di trascinarsi dentro.

Non rispose. Aveva il pulsante istinto di chiedere ancora e ancora...ma...qualcosa gli diceva di tacere.
girò la testa verso Fiore “Sai Fiore… Ho sempre desiderato creare un mondo come questo...sai perchè?”
Non riuscì a completare la frase. Si sentì intrappolata, protetta ... in un mondo in cui non si vedevano gabbie in effetti, ma confini si.

"Poeta ... sei stanco vero? In fin dei conti sarebbe normale"
"Un pò. come fai a dirlo?"
"Quando sei stanco... il mondo attorno a noi si offusca, continua a esistere - certo - ma è come se per un pò togliessero l'illuminazione"
si avvicinò a Poeta ...
Il tappeto prese fuoco ...
ma era ... freddo...
raffreddava l'aria ...

“Un pò vero in effetti …” non si accorse subito delle fiamme “Oh cavolo!”
risero ...
lasciarono che il fuoco divorasse il tappeto.

“Ma tu...tu come?” Si accorse poco dopo che il fuoco era freddo.

Il mondo cominciava a respirare. Prendere vita. Come lui aveva sempre sognato.
“Ho sempre desiderato un mondo con un Soffio di vita...”

La cappa di aria calda non li schiacciava + come prima...
"Come fai a distinguere la vita dalle cose in questi mondi?"
“Si si, un mondo vivo...un mondo in cui poter creare...qualcosa di...”
La scintilla lui lo sapeva era negli occhi delle cose, come diceva il suo vecchio nonno
ma non lo disse.

E cosa c'era nei suoi?
inchiostro.
a volte anche la sclera si macchiava di nero per questo.
"Vuoi che ti crei qualcosa? Per star più comoda?"
"No no... per stasera andrà benissimo... dovresti fare meno lo spavaldo con quelle puntine con cui t trafori i polpastrelli"

Disegnò un cuscino dall'aspetto invitante “Come...quel profumo che ho preso da te...le cose qui non avevano profumo...ora si...ormai ci ho fatto l'abitudine"
Fiore non riuscì a rispondere ... traballava tutto. "Se fossero vere queste parole"
Fiore ... sprofondò nel cuscino.

“Perchè? Dubiti?”
Fiore non rispose. di proposito.
Il tappeto lo inquietava un pò. Volle osare. “Guarda”
Disegnò occhi e bocca. Lo stuoia prese vita.

"Ah!" Fiore ... sapeva, purtroppo che una delle più grandi passioni di Poeta era creare animaletti dal nulla... così ...

Tappeto: “Allora. Lo spegniamo questo fuoco o no?”
Disse prima di rotolare indecentemente sul pavimento...
Fiore rise di gusto. Il tappeto aveva una voce baritonale e un ciuffo peloso sugli occhi, il tutto contornato da dei baffoni. Si accucciò ai piedi del divano sembrava... scodinzolare.

Poeta fece una cosa assurda. Prese una spazzola e cominciò spazzolar via le fiamme. le regole, la fisica, non importavano affatto.
"Poeta ... devo dirti delle cose ..."
le parole uscirono sole ...
"Poeta ...tu sei in pericolo per una cosa che farai"
Scese il silenzio.
Lui e il tappeto drizzarono le orecchie (le quali il ragazzo si era premurato di creare nel mentre dello sfuocamento).
L'oggetto animato che intanto cercava una superficie ruvida su cui grattarsi la pancia interruppe il discorso con un sonoro“Ah.”.
I due ragazzi lo guardarono con fare interrogativo “Che ho detto?”

"Come fai ad avere queste informazioni?"
"Poeta io lavoravo con te, cioè mi correggo ... io lavorerò con te un giorno"
"Come sei tornata indietro nel tempo?"
"Tramite il tuo potere ... ti chiederò un giorno di creare per me un mondo in cui io possa rispecchiarmi nel passato"
"E perchè?"
"Per tornare indietro"
"E io ... io del futuro, intendo, sono d'accordo .. giusto? cioè... l'ho creerò io il mondo ... quindi dovrei ..."
"No." Poeta sembrò non capire.
Nessuno dei due sembrò capire in effetti.

Fiore guardò l'esserino zampettante: “tu...lo vedi cosa hai appena fatto?”
“Tu...devi stare attento a giocare con la vita, Poeta”
“Ma...”
"Chi ti credi di essere?" Fiore scoppiò a piangereù
“...io…” lui sembrò rabbuiarsi, seccarsi come un bambino a cui vietano le caramelle.
"Sembri un dio senza un dio"
Fiore si rese conto che stava capitando ancora, che lui non avrebbe capito.
“Devi fermarti adesso. Prima che loro ti vengano a prendere” Gli strinse la mano forte.
Doveva fermarlo, ad ogni costo.

Poeta iniziò a spargere un pò di sangue qua è là ... ogni oggetto ... iniziò a latrare ... la casa si riempì di bestie.
“No!” a Fiore si spezzò il respiro. L'urlo ghermì ogni cosa.
"Ma che male possono farti?"
Il tavolo si avvicinò a Fiore ... forse per mordicchiarla un pò... Fiore... in quel momento era troppo arrabbiata.

“Ascoltami bene”
Poeta rabbrividì di fronte quegli occhi.
"Poeta! smettila ... Poeta basta ... ti prego ..." quando la sua voce si assottigliò... Gli oggetti si deformarono...sotto l’influsso del sangue.
“Fidati un attimino. Se ti sto dicendo certe cose è per un motivo”
Poi Fiore non disse + niente. Si allontanarono. Offesi.

"Tu ... come fai a giudicarmi? Vieni dal futuro, secondo te, dici di conoscermi ...ma cosa ne puoi sapere di quanta compagnia possano farmi ..."
cercò il tappeto con lo sguardo ...
chissà dove era finito ...
Fiore lo guardò negli occhi. Era la verità.
“Di quanto io abbia parlato a vuoto...senza orecchie altrui”

Le venne un capogiro. Il poeta che conosceva non aveva mai sofferto così tanto la solitudine. lei era sempre stata accanto a lui, fin dall'infanzia ... e ora... che cosa aveva combinato...?

“Tu...dici di conoscermi da sempre...ma dove sei stata quando io avevo bisogno di te?!”

Si chiese perchè ... allora ... il Poeta del futuro ... avesse dato vita lo stesso ad un mondo … 'che ti mancava poeta?' pensò. 'Perchè nel futuro hai dato ascolto a certe persone? Ti sei fatto persuadere da loro? Hai combinato un disastro'

I pensieri fluttuavano, ma forse non era tempo per girare attorno a questo vortice. Bisognava vivere il presente. Questo presente. Poggiò i piedi per terra per sentire ancora di più il presente.
"Poeta ... puoi perdonarmi?"

Con la mano scansò via un esserino volante che in passato avrebbe dovuto essere un temperino. Uscì fuori, non voleva sentire. Le mani fremevano. Il potere.
Lo sentiva vivido. Sentiva che era rosso, dei colori della terra.
dei colori di quella terra arsa che gli imbrigliava la gola già al mattino.
Lei lo calpestò.
Poi ... a metà tragitto ... si allontanò... la stanza divenne immensa.
distanza. insopportabile, inesistente, paradossale.

Fiore Si accoccolò sul divano, ma sentì qualcosa vibrare in aria. Allerta.

“Ragazza” Il tappeto la chiamò (facciamo vibrare da sotto il divano.)
"Oh" grugnì qualcosa ... si scansò e spostò il divano ... per liberarlo...
“Il tipo lì...” tappeto era un pò malconcio ma tutto intero.
Sentì il profondo desiderio di carezzarlo. Al tatto era come un grosso cane setoloso.
morbido ma piatto. a pelo lungo.Azzurro con quadretti rossi
“...non so come si chiama...Poeta no? Beh...”
Lei lo fissò senza capire perché stesse parlando con un tappeto. si sentì stupida.
Per giunta con un motivo orrendo. -ascolta secondo me...dovresti prenderlo un pò di petto.- Perle di saggezza da un tappeto. Coi baffi.
“Si...lo so che...”
“No, no. La cosa è semplice guarda, te lo dice uno che se ne intende”
'Se ne intende?'

Oh... il tappeto conosceva benissimo, tacitamente Poeta ... perché in fondo ciò che lo animava era una scintilla di poeta ... Fiore ... si girò...diede le spalle a tutti e due ...
si strinse a se. tutto quello che aveva fatto per ridurre i danni ....era stato inutile
aveva soltanto abbruttito Poeta facendogli pesare la sua assenza.

"Fiore ... è un nome che mi hai dato tu"
"Non è vero" rispose con rabbia.
"Si invece"
Fiore si sciolse...
parlava piano piano...

Le mani ancora in procinto di gettare rabbia...lui aveva ancora troppo da fare...non voleva smettere, non voleva...in realtà, senza alcun apparente motivo, non voleva neanche fare del male a quella sconosciuta da sempre.

"tu sei l'unica persona ad avermi dato un nome, in tutta la mia vita ... perchè ..."
Deglutì "beh ... te l'ho permesso, I tuoi occhi ... mi dipingono bene, da sempre, mi esaltano ... anche fin troppo"

La guardò. La riconobbe. Avrebbe voluto sprofondare
-E tagliala. Tre ore a parlare del nulla. Chiedile scusa che l'hai quasi fatta piangere-
Poeta era a bocca aperta. Un tappeto li aveva appena rimproverati.

Si avvicinò. aveva uno sguardo ferito. come il suo. "Fiore. devi dirmi tutto"
Lei aveva una chiave: il suo passato che finora aveva sognato. che non aveva potuto avere ... non è freddo... è semplicemente attratto... da una mente che può reggere tutta la sua storia, tutte le sue fantasie ... si sdraiarono sul divano ... insieme ... Sudore e sudore.
Il tappeto nel frattempo rosicchiava le assi del pavimento ... si nutriva un po’ Poeta sembrava un bambino … il tempo non scorre più …dolcemente, la notte durò un'eternità...

Il suo odore trasportava la sua storia
il sangue ... gocciolava piano piano
e... si coagulava sul pavimento ..era rosso scuro.
Parlavano entrambi ad occhi chiusi .

...ed era fatta di due corpi esausti.

Una mano insieme per rompere gli schemi e tornare alle origini.

...fatta di insetti attratti dal caldo afoso e ...un buio torbido.

Episodi precedenti:
Primo Incontro

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