Un matto vicino al confine, un vecchio rifugiato sentimentale. Io sono colui che aspetta la fine. Granello in un oceano di sale. trigpim

domenica 22 gennaio 2012

UnaStoria - Primo incontro

Il tag UnaStoria è interamente dedicato ad un racconto che io Emanuela A. stiamo creando a due mani di notte in notte. Buona lettura!

Tratto solo. Pennelli vuoti, carne al sole, protetta. Occhietti socchiusi al mezzodì.
Poeta cerca invano qualcosa da disegnare.
Il sole è troppo, talmente bello...chiude gli occhi.
ha un desiderio: essere divorato...non aveva mai pensato a una cosa del genere prima...è una giornata diversa... ha una voglia nuova...
-Ehi...- Apre gli occhi di scatto.
E' circa della sua età, lo capisce appena dal contorno controluce.
sottrae il sole al suo viso...
-Scrivi qualcosa?- E' una ragazza, la descriverebbe solo dalla voce, senza guardarla.
La verità è che s'incontrano ... in un momento di retroscena...
tutte le domande che aveva sentito... le aveva solo immaginate...
e lei... anche se non le aveva dette le aveva pensate...
Lui prende le misure mettendo le dita ad obiettivo. Occhio destro chiuso. Gli piace tenerlo così ogni tanto.
Non può. non ora...
Arrosisce.
Non può invadere così gli spazi...la verità…
Riapre gli occhi. In tutto questo non parlano.
…è che una perfetta estranea si è seduta accanto a lui...in una panchina...
Lei modifica il paesaggio. Lo sente. Palpabile.
Letale...quando una cosa è letale...si capisce dal primo istante. Svuota la borsa...C'è di tutto...
(I cuori battono nascosti, in silenzio.)
Strappa dei fogli...e se ne va ...
-Ehi..!-
..lascia un indizio...il vento li trascina via...fa una corsa...
Si alza, guarda i fogli e lei non c'è già più.
..li raccoglie...c'è un profumo...sulla carta...lui lo sente. Non lo dimenticherà mai. Lui... raccoglie le tessere...
A casa ci pensa un pò di scotch...c'è un disegno...un mini fumetto...
Il sole sta calando. Mette i fogli in borsa. Li riesce, li riguarda un po': ha proprio il suo viso…fatto a penna, inchiostrato velocemente. Trema...perchè ha imparato da tempo come fare. Lei. Adesso.
E l'indomani...o adesso...? Adesso...a correre...verso...di lei...a cercare...scruta i passanti. Destra e sinistra...torna indietro...si vorrebbero...ma non può.
Sono passati venti minuti...torna indietro...si ferma. Prende fiato, si appoggia ad un muretto.
E lei è lì. Dietro di lui...e lo abbraccia...piange...senza un motivo...e lui non si oppone...anche se...è una situazione bizzarra.
"Tu... non ci crederai"

E lui è lì, dietro l'angolo. Lo sapeva. Sapeva che l'avrebbe rincorsa, se lo sentiva.
"devo dirti una cosa ..."

Stretta di petali e carta. Lui trattiene il fiato...

"So tante cose di te"
Ha in mano un fiore raccolto per strada, mentre correva. Delicatamente scosta i capelli fulvi di sole.

"Aspetta ..."
lo posa sopra il suo orecchio.
"Aspetta ... " continuava a ripetere...era come intontito...non usava la parola...per via della corsa?
-Il fiore...l'ho preso...prima...è tuo..- odore...
"Poeta ...tu sei Poeta?"
Balbetta. impacciato, forse ci gioca, forse adora quel...-...Fiore.-
Lei proprio non capiva...
Non se ne stupisce ma ugualmente chiede: -Come fai a...-
"Si... ho capito che questo è il fiore che avevo..." un pò spazientita..."io ti ho cercato tantissimo, so tantissime cose di te. Ti prego non ti spaventare."
-Io...scrivo di te...da sempre. Tu...-
"Non voglio disturbarti."
Non può distogliere lo sguardo dagli occhi di lei.
"Lo so. so anche questo... però...scommetto che era tutto ... indefinito no? Tipo nebbia."
A lui girava la testa...sa che se adesso la prendesse per mano, correrebbero sino al crepuscolo.
Le gambe si piegarono...troppo forte. Il cuore. Ha quasi paura che lei possa sentirlo.
E lei lo fece sedere in una panchina...tremava...
-..non capisco...ma non importa.- sorride con gli occhi da lupo.
Appena si riprese un pò lei cominciò a parlare: "Io conosco così tante cose di te...conosco le tue reazioni a certe cose..."
-Io ho scritto ogni tuo attimo che mi hai donato.-
"Una persona normale mi prenderebbe per pazza...diciamo che non si farebbe parlare così da un estranea...ti sei mai chiesto perchè non trovavi mai un nome?"
"Io so...che tu...”
-Quando il vento ti scompigliava i capelli, quella volta...io...-
"Poeta... devi farmi un favore...devi cercare in questo momento... di non confondere eccessivamente Realtà con Fantasia" gli sfiorò la guancia con le mani."La tua mente non ricorda... però...”
Con delicatezza le sfiorò le dita.
 “Tu in questo momento...reagisci così si riferiva a questa sua irrazionalità dei movimenti perchè...il corpo ha un altro tipo di memoria...Poeta..." Per un attimo sembrò lei quella a vacillare. "Tu potrai perdonarmi?"
La guardò incredulo. Era già irreale di suo, tutto. Quella panchina, quella caramella alla menta con cui giochicchiava nella tasca.
Scosse la testa. -Perdonarti...tu non capisci.- Sorrise. Era veramente paranormale...ma capì...rubandole qualche sguardo che era seria.
-Quando scrivevo...immaginavo un momento così.-
"Lo so Poeta."
-Immaginavo che tu mi stessi guardando da quella finestra.-
"Prometti ... che non scapperai dopo le mie parole"
-…e scrivevo. Mi sono perso in mondi che tu non sai.- si fece serio. -Sono qui.-
"E sei io ti dicessi ... che tutti quei mondi sono realmente esistiti? Se io ti dicessi... che vengo... da un tempo che devi ancora vivere?"
(il sole tramonta, i lampioni fanno capolino sbadigliando nella sera.)
TUm.
"Poeta?"
Sguardo fermo. Scosta gli occhi perchè sa. Ha imparato anche questo. E sembra non reagire...
"Puoi abbracciarmi... tu un sacco di volte mi hai abbracciato" lei lo abbraccia. Poeta impiegò un pò di tempo per riprendere qualche parola. Sorride alla luna quando tutto sembra...trova le sue braccia su di lui. Come le aveva sempre raffigurate. Ricordava, lo sapeva benissimo, di quel tatuaggio sulla spalla di lei, anche se non lo aveva mai visto.
"Poeta ... ti sei mai chiesto ... perchè... ad un certo punto... hai dovuto trovarti un nome? Ci sarà stato un giorno in cui ... non riuscivi a ricordarti il tuo nome...probabilmente impaurito... da solo... ti sei affibbiato Poeta.”
-Ma io…- disse con gli occhi lucidi.
Il mondo smise un attimo di vorticare. Non riusciva ancora a capire perchè non la stesse abbracciando.
"Te ne ho dati tanti nomi. Era pazza. Ecco perchè.
-Puoi dirmeli se vuoi...i tuoi sono scritti in ogni angolo della città.-
"Non c'è tempo ora...dobbiamo andare...conosci un posto... dove possiamo andare?"
Si alzarono imbarazzati guardandosi i piedi. Lui la prese per mano e lei... sembrava più piccola di quello che era.
-I mondi in cui sono stato, mi hanno regalato delle cose sai?- cominciarono a camminare verso il rosso che si fonde col blu -Mi hanno insegnato come trovare Casa nei luoghi più bui.-
"È strano che me ne parli... dovresti aver dimenticato tutto..."
Girarono vicoli e incroci, deserti e non. Sorrise. -Sono uno scrittore, dovrò pur avere qualcosa da dare.-
La città sembrava scorrere velocissima. Comincia a piovere per le facce stanche dei passanti. Una goccia traccia il viso di lei. Freddo. -Niente paura.- Sorride ancora e lei non capisce come fa, a sorridere così.
Apre la borsa e ne esce un foglio sgualcito, più volte scritto e riscritto. Così si strinse a se.
-Ci siamo...- il ponte, gli scalini di fronte a loro, zuppi di pioggia primaverile. Si bagna di pioggia... poi ci ripensa... decide di aspettare... godersi un pò di tempo insieme a lui, anche così, in silenzio.
Piaceva ad entrambi la pioggia.

Traccia un profilo, di parole e formule. E' veloce, non quanto lei, lo sa. Crea tutto, dalla prima all'ultima...
La mano di lei lo ferma: -Manca una cosa...- gli prende la penna di mano. Trema. Sono improvvisamente vicini...getta la penna a terra...la guarda. Quel profumo...
Il portale si apre con quell'ultima goccia di inchiostro.
"Tu abiti qui?"
si ricordava tutto in fondo...ma solo in maniera implicita, inconscia...
-Io abito in tutti i miei mondi..- cosa pensano quegli occhi? Anche se lo sa, anche se l'ha sempre saputo.
"tu ti sei mai chiesto come fai?"
-No, ormai lo faccio da così tanto tempo...cercavo da tempo qualcuno con cui condividere...cercavo te…come hai fatto a trovarmi?-
“Ti ho cercato ... in lungo e in largo...credevo di aver distrutto tutto su te...e invece no. Non sono riuscita ... a diment...diciamo che...mi è bastato sfogliare le pagine di qualche libro. Oh ecco…”Si arruffò i capelli.
Le sue labbra erano...tutto come aveva sempre ricordato. Occhi quasi chiusi. Corpi vicini, troppo. Si avvicinò pericolosamente...
"Mi stai ascoltando?"
-E tu?- Il portale vorticava dietro di loro. -Dobbiamo entrare...-
"Poeta ... stammi lontano. Tu non sai quello che fai."
-..prima che si chiuda.-
"No. ho paura di perderti di nuovo"
perchè diamine insisteva? si chiedeva...poi ad un tratto capì..forse...per tutti questi anni aveva girato come un vagabondo da un mondo a un altro fingendo di avere amici. Amici pronti a chiamarlo Poeta...e invece ...
-Tu...- la mano di lei scivolò dalla sua. La riacciuffò. -Non hai motivo di perdermi. Semplicemente mi hai trovato. Semplicemente adesso siamo qui. Semplicemente dovresti urlare ciò che pensi.-
"Io penso che dovresti smetterla" furiosa si alzò da quel divano.
-Di fare cosa?-

"Di starmi vicino...non lo capisci che siamo in emergenza? Poeta...Poeta ...” sottovoce ripeté il suo nome.
-Nessuno può colpire questo mondo. E' carta e fantasia e incantesimi. Fiore.-
"Qualcuno ... otlre a me ...lo ha scoperto."
Fiore…?
TUm.
a quale dei mille fiori di riferiva? come faceva a ...
"Poeta?"
Le barriere cominciarono a stridere.
-Ti hanno...seguito?-
(Di soppiatto il mondo iniziava a mutare, a perdere colore.)
"Poeta ... tu ... non avresti dovuto incontrarmi... io sono qui... perché…Poeta ..."
-Dobbiamo andare via-
si era paralizzata... dalla paura...forse, perchè sapeva cosa stava succedendo attorno.
Aprì la borsa. La guardò. Torno indietro. La strinse come mai prima d'ora.
"Poeta ... per favore ... puoi scrivere ... come facevi una volta?"
-Ho bisogno del tuo potere.- alzò la voce. Qualcosa stava crollando, le pareti si stavano deformando. Troppa paura, non poteva fare alcuna cosa. Lui la abbracciò senza aggiungere altro. Le prese il viso tra le mani. -Ascolta- la voce era ferma, seria, inflessibile e forte. La strinse finchè non sembrò calmarsi.
Chiuse gli occhi...Niente da fare.
Accolse il suo odore.

Stava per svanire anche lei...e bastò...per...

Prese la penna/coltello

Portarla con se...per poterla ricomporre.
Il sangue sgorgò copioso dalla sua mano sul foglio bianco

In seguito...la assorbì...
Tracciò linee e segreti, arcani tra i più potenti.
lo faceva da sempre...
Il mondo si accartocciò mentre loro sparivano risucchiati nella carta.

In fondo...era una delle cose più istintive...vibravano le sue vene...urlavano...a volte era piacevole...altre volte... era proprio stancante.
Sentiva il suo odore, non poteva dimenticarlo mai...

Aprì gli occhi. Al sangue bastò...per poterla ricomporre...e poter ricomporre tutto il mondo.
Con ogni goccia tracciò il confine, con ogni lacrima, con ogni battito.
Attorno...erba. Bagnata. Erano lì. Vivi.
Pazientò...per altri pochi minuti...succedeva così...più era complesso il mondo…
La mano pulsava dolorosamente.
...più era difficile farlo partire...con sequenze logiche...era tutto fermo...

-Che...che te ne pare...?-
..e si preoccupò... come al solito. Quelle parole sbloccarono il mondo, attivarono l'aria…
Si mise seduto...
…e i suoni ...
-Questo è diverso sai...-
"Oh" riprese un pò di respiro ...
-E' fatto...con una cosa in più...che mancava....-
"Dannazione" lei riprese a parlare "non ho mai i fazzolettini in borsa" si riferiva alla sua ferita.
-Tranquilla, ascoltami...- sorrideva.
macchiò l'erba di rosso sangue. Poi la macchia si rapprese.
-E'...fatto col tuo profumo...oserei dire che è...-
…e divenne verde. Altra erba...
-...tuo.-
Sembrava non sentirlo…si alzò, lo rimproverò.
"Stai seduto... cerco qualcosa per la tua ferita."
Rise.
Si allontanò e guardò in girò e pensò tra se e se...”Mio?” trovò una pozza d'acqua e la raggiunse. Fresca...
-Non ce ne è bisogno...-
senza che disse qualcosa avvolse attorno al braccio ferito il suo coprispalle zuppo d'acqua per tamponare la ferita.
Si sdraiò. Era un pò stremato...
..d'incredulità e stanchezza fisica.
-Allora...-
"vuoi riposare?"
-No... voglio ascoltare quello che hai da dire.- s'incupì.
 “Dici a me?”
-Si. dico a te. Perchè dici di conoscermi? Perchè ho la sensazione di averti vista mille e mille volte?- sembrava serio stavolta.
"Noi... ci conosciamo da una vita. Perchè...-“si guardò attorno cercando un nome, una storia, un fantasia.
Sapeva che lui la stava ancora fissando. Insistentemente. Fastidiosamente.
"Noi...è da una vita... che... viaggiamo...tra i mondi...”
-Anche tu puoi?-
"Me l'hai insegnato tu... non ricordi vero?" mmm...da dove partire? si chiedeva lei... "Da piccoli eravamo come fratelli...tu mi hai dato il nome Fiore...perchè per te ci sono sempre stata ma in tante forme...”
Lui sembrava ancora non ricordare...poi una luce...flebile...fatta di risate spezzate...
-I ricordi!-
…fatta di rose gialle...fumetti...
-Fiore i ricordi! I ricordi so che ci sono ma sono bloccati! Forse posso tracciare un incantesimo...-
“No, per oggi basta.” disse indicando il braccio. “Sei sempre stato piuttosto potente...”
-allora...riaffioreranno...la tua magia ha già cominciato ad agire...non pensavo anche tu potessi...-
“Quella penna...te l'ho regalata... io...quando hai fatto 11 anni…”
- Si fermò. -Oh. Cavolo.-
 “..con i soldi della nonna...ti ricordi?"
-Tu..sei stata tu...tu mi hai regalato Bitrai?-
"Si ... ovvio" Cambiò discorso
-Ma…cosa tieni in quella borsa?-
"Nella borsa...ho i sassi. Tu hai un dono Poeta...ti viene naturale...perdere sangue... costruire... e ripartire...
per viaggiare... all'età ... di quindici anni...tu...mi hai insegnato - proprio a me che mai avevo viaggiato - dei trucchetti...basta raccogliere dei sassi...ogni volta... che si va in un posto... nuovo...e poi... sporcarli un pò con il proprio sangue per andare...solo che la differenza tra me e te è che... tu non hai bisogno di una base tangibile per creare… io si.

 -Non pensavo sapessi...così tanto...-
-No aspetta.- Soppesò la pennacoltello tra le mani. -...ho una cosa che...-
Lei ammutolì alla vista del caleidoscopio.
-Questo deve essere tuo allora. E' uno di quegli oggetti che non ho mai trovato...-
Non...proprio…Poeta...però...” s'incuriosì lo stesso.

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