Tratto solo. Pennelli vuoti, carne al sole, protetta. Occhietti socchiusi al mezzodì.
Poeta cerca invano
qualcosa da disegnare.
Il sole è troppo,
talmente bello...chiude gli occhi.
ha un desiderio: essere
divorato...non aveva mai pensato a una cosa del genere prima...è una giornata
diversa... ha una voglia nuova...
-Ehi...- Apre gli occhi
di scatto.
E' circa della sua età,
lo capisce appena dal contorno controluce.
sottrae il sole al suo
viso...
-Scrivi qualcosa?- E' una
ragazza, la descriverebbe solo dalla voce, senza guardarla.
La verità è che
s'incontrano ... in un momento di retroscena...
tutte le domande che
aveva sentito... le aveva solo immaginate...
e lei... anche se non le
aveva dette le aveva pensate...
Lui prende le misure
mettendo le dita ad obiettivo. Occhio destro chiuso. Gli piace tenerlo così
ogni tanto.
Non può. non ora...
Arrosisce.
Non può invadere così gli
spazi...la verità…
Riapre gli occhi. In
tutto questo non parlano.
…è che una perfetta
estranea si è seduta accanto a lui...in una panchina...
Lei modifica il
paesaggio. Lo sente. Palpabile.
Letale...quando una cosa
è letale...si capisce dal primo istante. Svuota la borsa...C'è di tutto...
(I cuori battono
nascosti, in silenzio.)
Strappa dei fogli...e se
ne va ...
-Ehi..!-
..lascia un indizio...il
vento li trascina via...fa una corsa...
Si alza, guarda i fogli e
lei non c'è già più.
..li raccoglie...c'è un profumo...sulla carta...lui lo sente. Non
lo dimenticherà mai. Lui... raccoglie le
tessere...
A casa ci pensa un pò di
scotch...c'è un disegno...un mini fumetto...
Il sole sta calando.
Mette i fogli in borsa. Li riesce, li riguarda un po': ha proprio il suo viso…fatto a penna, inchiostrato velocemente. Trema...perchè
ha imparato da tempo come fare. Lei. Adesso.
E l'indomani...o
adesso...? Adesso...a correre...verso...di lei...a cercare...scruta i passanti. Destra
e sinistra...torna indietro...si vorrebbero...ma non può.
E lei è lì. Dietro di
lui...e lo abbraccia...piange...senza un motivo...e lui non si oppone...anche
se...è una situazione bizzarra.
"Tu... non ci
crederai"
E lui è lì, dietro
l'angolo. Lo sapeva. Sapeva che l'avrebbe rincorsa, se lo sentiva.
"devo dirti una cosa
..."
Stretta di petali e
carta. Lui trattiene il fiato...
"So tante cose di
te"
Ha in mano un fiore
raccolto per strada, mentre correva. Delicatamente scosta i capelli fulvi di
sole.
"Aspetta ..."
"Aspetta ... "
continuava a ripetere...era come intontito...non usava la parola...per via
della corsa?
"Poeta ...tu sei Poeta?"
Balbetta. impacciato, forse ci gioca, forse adora quel...-...Fiore.-
Lei proprio non capiva...
Non se ne stupisce ma
ugualmente chiede: -Come fai a...-
"Si... ho capito che
questo è il fiore che avevo..." un pò spazientita..."io ti ho cercato
tantissimo, so tantissime cose di te. Ti prego non ti spaventare."
-Io...scrivo di te...da
sempre. Tu...-
"Non voglio
disturbarti."
Non può distogliere lo
sguardo dagli occhi di lei.
"Lo so. so anche
questo... però...scommetto che era tutto ... indefinito no? Tipo nebbia."
E lei lo fece sedere in
una panchina...tremava...
-..non capisco...ma non importa.- sorride con gli occhi da lupo.
Appena si riprese un pò
lei cominciò a parlare: "Io conosco così tante cose di te...conosco le tue
reazioni a certe cose..."
-Io ho scritto ogni tuo
attimo che mi hai donato.-
"Una persona normale
mi prenderebbe per pazza...diciamo che non si farebbe parlare così da un estranea...ti
sei mai chiesto perchè non trovavi mai un nome?"
"Io so...che tu...”
-Quando il vento ti
scompigliava i capelli, quella volta...io...-
"Poeta... devi farmi
un favore...devi cercare in questo momento... di non confondere eccessivamente
Realtà con Fantasia" gli sfiorò la guancia con le mani."La tua mente
non ricorda... però...”
Con delicatezza le sfiorò
le dita.
“Tu in questo momento...reagisci così si
riferiva a questa sua irrazionalità dei movimenti perchè...il corpo ha un altro
tipo di memoria...Poeta..." Per un attimo sembrò lei quella a vacillare. "Tu
potrai perdonarmi?"
La guardò incredulo. Era
già irreale di suo, tutto. Quella panchina, quella caramella alla menta con cui
giochicchiava nella tasca.
Scosse la testa. -Perdonarti...tu non capisci.- Sorrise. Era veramente
paranormale...ma capì...rubandole qualche sguardo che era seria.
-Quando
scrivevo...immaginavo un momento così.-
"Lo so Poeta."
-Immaginavo che tu mi
stessi guardando da quella finestra.-
"Prometti ... che
non scapperai dopo le mie parole"
-…e scrivevo. Mi sono perso in mondi che tu non sai.- si fece serio. -Sono
qui.-
"E sei io ti dicessi
... che tutti quei mondi sono realmente esistiti? Se io ti dicessi... che vengo...
da un tempo che devi ancora vivere?"
(il sole tramonta, i lampioni fanno capolino
sbadigliando nella sera.)
TUm.
"Poeta?"
"Puoi abbracciarmi...
tu un sacco di volte mi hai abbracciato" lei lo abbraccia. Poeta impiegò un pò di tempo per riprendere qualche parola. Sorride alla
luna quando tutto sembra...trova le sue braccia su di lui. Come le aveva sempre raffigurate. Ricordava,
lo sapeva benissimo, di quel tatuaggio sulla spalla di lei, anche se non lo
aveva mai visto.
"Poeta ... ti sei
mai chiesto ... perchè... ad un certo punto... hai dovuto trovarti un nome? Ci
sarà stato un giorno in cui ... non riuscivi a ricordarti il tuo nome...probabilmente
impaurito... da solo... ti sei affibbiato Poeta.”
-Ma io…- disse con gli
occhi lucidi.
Il mondo smise un attimo
di vorticare. Non riusciva ancora a capire perchè non la stesse abbracciando.
-Puoi dirmeli se vuoi...i
tuoi sono scritti in ogni angolo della città.-
"Non c'è tempo ora...dobbiamo
andare...conosci un posto... dove possiamo andare?"
Si alzarono imbarazzati
guardandosi i piedi. Lui la prese per mano e lei... sembrava più piccola di
quello che era.
-I mondi in cui sono
stato, mi hanno regalato delle cose sai?- cominciarono a camminare verso il
rosso che si fonde col blu -Mi hanno insegnato come trovare Casa nei luoghi più
bui.-
"È strano che me ne
parli... dovresti aver dimenticato tutto..."
Girarono vicoli e incroci, deserti e non. Sorrise. -Sono uno scrittore, dovrò pur avere qualcosa da dare.-
La città sembrava
scorrere velocissima. Comincia a piovere per le facce stanche dei passanti. Una
goccia traccia il viso di lei. Freddo. -Niente paura.- Sorride ancora e lei non
capisce come fa, a sorridere così.
-Ci siamo...- il ponte,
gli scalini di fronte a loro, zuppi di pioggia primaverile. Si bagna di pioggia... poi ci ripensa... decide
di aspettare... godersi un pò di tempo insieme a lui, anche così, in silenzio.
Piaceva ad entrambi la
pioggia.
Traccia un profilo, di
parole e formule. E' veloce, non quanto lei, lo sa. Crea tutto, dalla prima
all'ultima...
La mano di lei lo ferma:
-Manca una cosa...- gli prende la penna di mano. Trema. Sono improvvisamente vicini...getta la
penna a terra...la guarda. Quel profumo...
Il portale si apre con
quell'ultima goccia di inchiostro.
si ricordava tutto in
fondo...ma solo in maniera implicita, inconscia...
-Io abito in tutti i miei
mondi..- cosa pensano quegli occhi? Anche se lo sa, anche se l'ha sempre
saputo.
"tu ti sei mai
chiesto come fai?"
-No, ormai lo faccio da
così tanto tempo...cercavo da tempo qualcuno con cui condividere...cercavo te…come
hai fatto a trovarmi?-
“Ti ho cercato ... in
lungo e in largo...credevo di aver distrutto tutto su te...e invece no. Non sono
riuscita ... a diment...diciamo che...mi è bastato sfogliare le pagine di
qualche libro. Oh ecco…”Si arruffò i capelli.
Le sue labbra
erano...tutto come aveva sempre ricordato. Occhi quasi chiusi. Corpi vicini,
troppo. Si avvicinò pericolosamente...
-E tu?- Il portale vorticava dietro di loro. -Dobbiamo entrare...-
-..prima che si chiuda.-
"No. ho paura di
perderti di nuovo"
perchè diamine insisteva?
si chiedeva...poi ad un tratto capì..forse...per tutti questi anni aveva girato
come un vagabondo da un mondo a un altro fingendo di avere amici. Amici pronti
a chiamarlo Poeta...e invece ...
-Tu...- la mano di lei
scivolò dalla sua. La riacciuffò. -Non hai motivo di perdermi. Semplicemente mi
hai trovato. Semplicemente adesso siamo qui. Semplicemente dovresti urlare ciò
che pensi.-
"Io penso che
dovresti smetterla" furiosa si alzò da quel divano.
-Di fare cosa?-
"Di starmi vicino...non
lo capisci che siamo in emergenza? Poeta...Poeta ...” sottovoce ripeté il suo
nome.
-Nessuno può colpire
questo mondo. E' carta e fantasia e incantesimi. Fiore.-
"Qualcuno ... otlre
a me ...lo ha scoperto."
Fiore…?
TUm.
a quale dei mille fiori
di riferiva? come faceva a ...
"Poeta?"
Le barriere cominciarono
a stridere.
-Ti hanno...seguito?-
(Di soppiatto il mondo
iniziava a mutare, a perdere colore.)
"Poeta ... tu ...
non avresti dovuto incontrarmi... io sono qui... perché…Poeta ..."
-Dobbiamo andare via-
si era paralizzata...
dalla paura...forse, perchè sapeva cosa stava succedendo attorno.
Aprì la borsa. La guardò.
Torno indietro. La strinse come mai prima d'ora.
"Poeta ... per
favore ... puoi scrivere ... come facevi una volta?"
-Ho bisogno del tuo
potere.- alzò la voce. Qualcosa stava crollando, le pareti si stavano deformando.
Troppa paura, non poteva fare alcuna cosa. Lui la abbracciò senza aggiungere
altro. Le prese il viso tra le mani. -Ascolta- la voce era ferma, seria,
inflessibile e forte. La strinse finchè non sembrò calmarsi.
Chiuse gli occhi...Niente
da fare.
Accolse il suo odore.
Stava per svanire anche
lei...e bastò...per...
Prese la penna/coltello
Portarla con se...per
poterla ricomporre.
Il sangue sgorgò copioso
dalla sua mano sul foglio bianco
In seguito...la assorbì...
Il mondo si accartocciò
mentre loro sparivano risucchiati nella carta.
In fondo...era una delle
cose più istintive...vibravano le sue vene...urlavano...a volte era
piacevole...altre volte... era proprio stancante.
Sentiva il suo odore, non
poteva dimenticarlo mai...
Aprì gli occhi. Al sangue
bastò...per poterla ricomporre...e poter ricomporre tutto il mondo.
Con ogni goccia tracciò
il confine, con ogni lacrima, con ogni battito.
La mano pulsava
dolorosamente.
-Che...che te ne
pare...?-
Si mise seduto...
…e i suoni ...
-Questo è diverso sai...-
"Oh" riprese un
pò di respiro ...
-E' fatto...con una cosa
in più...che mancava....-
"Dannazione" lei
riprese a parlare "non ho mai i fazzolettini in borsa" si riferiva
alla sua ferita.
-E'...fatto col tuo
profumo...oserei dire che è...-
-...tuo.-
Sembrava non sentirlo…si
alzò, lo rimproverò.
"Stai seduto...
cerco qualcosa per la tua ferita."
Rise.
Si allontanò e guardò in
girò e pensò tra se e se...”Mio?” trovò una pozza d'acqua e la raggiunse. Fresca...
-Non ce ne è bisogno...-
senza che disse qualcosa avvolse
attorno al braccio ferito il suo coprispalle zuppo d'acqua per tamponare la
ferita.
Si sdraiò. Era un pò
stremato...
..d'incredulità e
stanchezza fisica.
-Allora...-
"vuoi
riposare?"
-No... voglio ascoltare
quello che hai da dire.- s'incupì.
“Dici a me?”
-Si. dico a te. Perchè
dici di conoscermi? Perchè ho la sensazione di averti vista mille e mille
volte?- sembrava serio stavolta.
"Noi... ci conosciamo
da una vita. Perchè...-“si guardò attorno cercando un nome, una storia, un
fantasia.
"Noi...è da una vita...
che... viaggiamo...tra i mondi...”
-Anche tu puoi?-
"Me l'hai insegnato
tu... non ricordi vero?" mmm...da dove partire? si chiedeva lei... "Da
piccoli eravamo come fratelli...tu mi hai dato il nome Fiore...perchè per te ci
sono sempre stata ma in tante forme...”
-Fiore i ricordi! I
ricordi so che ci sono ma sono bloccati! Forse posso tracciare un
incantesimo...-
“No, per oggi basta.” disse
indicando il braccio. “Sei sempre stato piuttosto potente...”
-allora...riaffioreranno...la
tua magia ha già cominciato ad agire...non pensavo anche tu potessi...-
- Si fermò. -Oh. Cavolo.-
“..con i soldi della nonna...ti ricordi?"
-Tu..sei stata tu...tu mi
hai regalato Bitrai?-
"Si ... ovvio" Cambiò
discorso
"Nella borsa...ho i
sassi. Tu hai un dono Poeta...ti viene naturale...perdere sangue... costruire...
e ripartire...
per viaggiare... all'età
... di quindici anni...tu...mi hai insegnato - proprio a me che mai avevo
viaggiato - dei trucchetti...basta raccogliere dei sassi...ogni volta... che si
va in un posto... nuovo...e poi... sporcarli un pò con il proprio sangue per
andare...solo che la differenza tra me e te è che... tu non hai bisogno di una
base tangibile per creare… io si.
-No aspetta.- Soppesò la
pennacoltello tra le mani. -...ho una cosa che...-
Lei ammutolì alla vista
del caleidoscopio.
-Questo deve essere tuo
allora. E' uno di quegli oggetti che non ho mai trovato...-
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