Un matto vicino al confine, un vecchio rifugiato sentimentale. Io sono colui che aspetta la fine. Granello in un oceano di sale. trigpim

giovedì 27 dicembre 2012

Stanchezza.

Non se ne può più di queste restrizione, delle lingue incatenate! Ho troppe parole in bocca, fantasmi inaspettati e cazzi miei da coltivare.
Sempre a non dire, sempre a nascondere, sempre celare ciò che si pensa. Non si scrive più, non si pensa più, solo il vuoto vivere. 
Ho ferite sulle braccia e sulle spalle della mente, sul corpo i segni del Kung-Fu (che non possono altro che farmi contento), e nell'anima...la paura.
La paura è composta da tante cose, dal malessere, dal reprimere, dalle delusioni. Forse oggi è il giorno sbagliato al momento sbagliato, quando ti arriva una mazzata che ti confonde.
E da un lato vorrei dire: "Ma non ce la fai a farti i cazzi tuoi e andare avanti?". Dall'altro so che le persone che più amo mi stanno insegnando ad essere meschino (e spero di imparare il più possibile perchè non ne posso più) e quindi ogni cosa è un attacco all'ennesima potenza. La verità è che non so ancora come reagire. Il tutto condito con quella benedetta paura. Ho paura di perdermi. Di smettere il mio bel visino, posarlo in un baule e sotterrarlo. Tutti mi dicono che mi posso lanciare, che è morbido, ma poi non è vero, o almeno non lo è per i miei standard di morbidezza. E non ne posso più di essere rimproverato, mi viene voglia di urlare ogni due secondi! Mi sa che devo fare da solo.

Io voglio solo stare bene. Stare bene, cazzo.

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