Un matto vicino al confine, un vecchio rifugiato sentimentale. Io sono colui che aspetta la fine. Granello in un oceano di sale. trigpim

sabato 4 febbraio 2012

Di lavanda e altri profumi

Lavanda e lenzuola.
I due. I due che lo sanno.
Ritorna a casa con un mazzolino in mano, e lei ne essicca la forma e il profumo: sacchettini ne fa, delicati.
E' il suo linguaggio fatato.
Gelsomini sui comodini. Appena colti, in piccoli vasi di vetro, come bottigliette, barattoli di dolcezza.
E' il suo linguaggio.
Camicia bianca, cravatta ancora al collo: lei gli fa trovare la maglietta appena stirata...o forse semplicemente lui non ricorda le parole che lei gli sussurrava all'orecchio quando gli appoggiò alla bocca il litchi appena sbucciato.
Frutti rossi giustamente, che solo quelli veramente impavidi osano sfidare il divino nel suo giardino.
Le pareti cambiano colore: del bianco sotto la sua buccia spinosa.
Desidererebbe cibarsene ancora, ma gli occhi sono troppo impegnati sa perdersi.
Confusi.
E' il suo linguaggio.
Poi sono solo parole sconnesse, quelle di prima, mentre lui è sul suo grembo esanime.

Avevano il cuore diviso, lasciato
a metà senza un perchè, di fatto
quando il loro spirito combaciava
avevano ognuno l'impressione che
ci si potesse perdere nella disperazione
di non riuscire ad essere più vicini...


Adesso sono senza parole. Perchè...come si fa a riassumere tutto questo?

Nessun commento:

Posta un commento