Un matto vicino al confine, un vecchio rifugiato sentimentale. Io sono colui che aspetta la fine. Granello in un oceano di sale. trigpim

venerdì 6 novembre 2015

Il primo pensiero

Non aveva che tempo a gettoni. Un gettone lavanderia (che ormai era familiare per lui), uno per internet, un pò di più per mangiare, mezzo per dormire, spezzato a metà nel solco, mezzo per pensare.
Zero per scrivere.
Fino a che non prese tutto il barattolo e glie lo ruppe in testa. Allora non gli diede più ordini, non lo fece più perchè il cervello colava sul pavimento sporco mai lavato.
Voleva cucirsi la pelle, far passare un filo da un capo all'altro dell'avambraccio e poi stringere la carne molle. Molle e morbida come la pallida e viscida carne di pollo.
Voleva bucarsi per far uscire l'inchiostro, il loro in-chiostro, il loro rifugio, gli insetti, la putrefazione, il nero.
"Basta...non scrivere più...sospendi...sospenditi...sosta nella lussuria, assaggiala..."
Ammanettato non arrivava quasi alla tastiera penna e alla carta.
Prese aria e si tuffò di nuovo a fondo, nel mondo sotto-sopra.
Ma il primo posto se l'era guadagnato la vincitrice, niente da obiettare, tutto regolare.
- Per lei, signorina, tutto a nostre spese. Ci scusiamo per l'assenza, il servizio verrà regolarmente ripristinato.-
La sveglia suona per tutti, due volte, 7:30 e 7:35.



P.S. se non l'hai capito sei il mio primo pensiero.


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