Un matto vicino al confine, un vecchio rifugiato sentimentale. Io sono colui che aspetta la fine. Granello in un oceano di sale. trigpim

domenica 25 marzo 2012

Subsonica - Il diluvio + RaccontoBreve p.3

una delle mie preferite...


sento il sorriso sfregiato sulla pelle. Fantastico. Mi eccita da impazzire. Quando c'è, e non è malsano è una delle cose che più mi lasciano aprire le ali. Ala rovente. Porto il corpo con i suoi meccanismi al massimo di quello che può spingere la figlia della tecnologia. Mi hanno creato come lei, con dei pistoni e un carburatore. Senti...senti? eccola.

Acqua. i brividi sono veri, dalla nuca --> gomiti, se mi lascio andare anche fino al bacino.
Hai spazzato via tutto. I ricordi affiorano dai mulinelli, galleggianti, mentre noi...torniamo post-apocalittici.


Avevano freddo, gli uomini. La pelle glabra non consentiva loro di stare troppo tempo fuori dal rifugio senza il rischio di morire congelati.
-Andiamocene- aveva detto Occhioluce.
Il ragazzo, come avevano ben intuito gli alti Alaverde, era stato proclamato sciamano e portavoce di quel gruppo sparuto di esseri. Aveva promesso alla sua gente di condurli in una regione dai climi più miti, dove il sole carezzava le loro epidermidi e la selvaggina era abbondante e ottusa. In barba alle previsioni dei più saggi tobiatti, il giovane fece una cosa che ebbe dell'incredibile: durante uno dei suoi pellegrinaggi in giro per la foresta, osservato da occhi delle più svariate forme, si rivolse alla foresta con un linguaggio che nessuno degli altri umani aveva mai usato prima.
Tolse le parole e divenne bestia, e tutti gli altri animali lo riconobbero come un loro simile.

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