Un matto vicino al confine, un vecchio rifugiato sentimentale. Io sono colui che aspetta la fine. Granello in un oceano di sale. trigpim

domenica 18 marzo 2012

Su carta


Ansimare, da buchi nei polmoni, come dei bruchi che ti hanno lacerato e deposto uova. È troppo tardi per smettere adesso. Devo nutrirmi, ripiegandomi su me stesso e risparmiando energie, accumulando calore. Lui, sulle sue note di voce, non ci vede…colare giù…noi che siamo il suo sangue.
Il suo inchiostro vogliamo. Lo anelo dal più profondo.

Avrebbe scavato montagne, ma non sarebbe servito a nulla. La matita non scriveva più, lasciava solo qualche segno senza senso sulla carta. Appallottola il tutto e tiene il broncio sul legno caldo e odoroso della scrivania; ci poggia il viso, adora farlo. Sente la guancia spiaccicata sulle nervature smaltate. Socchiude gli occhi.

Lo trova disteso storto. Le ricorda lo scrittore della carica dei 101…come si chiamava…Forse può svegliarlo e portarlo a letto. Anzi, sicuramente lo farà.

Il sangue non basta più a volte. Non riesce a riempire il vuoto. Passa interi pomeriggi, interi giorni, settimane senza scrivere. Porta la pagnotta a casa, da bravo, ma non vive. Non è quello che intende lui. L’ispirazione…non crea più quei mondi da…quanto vorrebbe tornare nel loro rifugio di carta…
Di soppiatto la guarda camminare per la stanza. Trotterellare, seria come una segretaria di alto rango. Come solo lei sa fare sovrappensiero. Sposta cose, cerca, scava. Torna con qualche tesoro e lo sotterra da un’altra parte. Lui si aspetta che da un momento all’altro sbuchi il vicino con tanto di occhiaie da sonno pronto a…
-Perché ho tremila scatole di baci Perugina? Ci sono cose che non sono mie….-
Lui non risponde, scrive.
-Come farò…come farò…- reduce da una serata Disney, dopo aver visto Red e Toby…
Una moneta tintinna per terra caduta da chissà dove. Lo scrittore sbircia. 10 cent.
…dicevo, dopo Red e Toby si è passati agli elefanti rosa di Dumbo. Incredibile. Canticchia ancora quella assurda canzoncina.
Ma poi seria! Eccola che canticchia ancora. Ok, a dopo.

Tremendo. Il gusto, di quelle parole…acido nella gola, come piace a loro. Lo ha visto nei suoi occhi non appena lei lo ha stuzzicato. Strano davvero che lei non se ne sia accorta. Meglio per noi. Lui fa finta di non vederci, quando siamo nella sua ombra ed emergiamo non appena sta per assopirsi…ci vede. Per un certo verso ci ama, in modo perverso…ci adora. Vorrebbe possederci, carpire i nostri segreti…un dio che supplica le sue creature. Patetico.

Perfetto…sporcarsi le mani di storie. Sporcare le storie… infangarle…sudicie…vive…dal fango nasce sicuramente qualcosa di migliore del fango stesso. Un fango più elaborato, infiorettato.
In fondo sempre stupendo fango…

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